Capire il gergo delle MTB

TIPOLOGIE di mountain bike
IN FUNZIONE DEL TELAIO

  • RIGIDA: priva di sospensioni sia all’anteriore che al posteriore.
  • FRONT (front-suspension/hardtail): priva di sospensioni ma provvista di una forcella ammortizzata anteriore.
  • SOFT-TAIL: con forcella ammortizzata ed una sospensione posteriore di corsa limitata a 25/30 mm che sfrutta l’elasticità dei foderi bassi privi però di fulcri. La Cannodale Scapel con ruote 26″ offre invece fino a 100 mm di corsa a seconda della versione.
  • FULL ( biammortizzata, o full-suspended/full-susension): provvista di sospensione sia anteriore che posteriore.

IN FUNZIONE DELLE RUOTE
(N.B.: la misurazione del diametro e riferita all’insieme costituito dal cerchio ed dal copertone, ma purtroppo abbastanza approssimativa)

  • STANDARD o 26″ o 26er: con ruote di diametro invariato rispetto alle originali e pari 26 pollici. Sono ancora le preferite (2012) per utilizzo in ambito tra all-mountain e DH.
  • 29″ o 29er: con ruote aventi diametro maggiorato a 29 pollici. Sono le più convenienti per una front e gradite da molti per una trailbike più classica. Tentano di guadagnarsi  uno spazio in ambito all-mountain, ma vanno mostrando alcune limitazioni intrinseche nel loro formato.
  • 650B o 27,5″: di più recente ingresso, hanno diametro interiore tra la misure di 26″ e 29″ e si prefiggono di coniugare i vantaggi di entrambi i formati, ma non i limiti. Per il momento soffrono purtroppo ancora di una ridotta disponibilità di componentistiche dedicate.
  • MISTE: con ruote diametro differente tra l’anteriore (generalmente superiore) ed il posteriore.

GEOMETRIE

  • TAGLIA (size): riferita ad una misurazione della tubazione piantone (quella nella quale si inserisce il reggisella) per la quale non esiste standard comune ad ogni costruttore. suggeriamo quindi di considerare sempre anche l’orizzontale virtuale, mentre tra i criteri in uso citiamo (con riferimento diretto agli incroci degli assi nel disegno tecnico):
  1. Centro/Centro reale (seat tube, Center-to-Center)
  2. Centro/Fine (seat tube, Center-to-End)
  3. Centro/Centro Virtuale (Virtual/Effectiv seat tube)
  4. Tubazione Orizzontale
    1. ( Horrizontal/Virtual/Effectiv top tube) = misura dall’incrocio dell’asse di sterzo con l’asse della tubazione orizzontale fino all’asse del tubo piantone e/o reggisella con misurazione rilevata orizzontalmente. Non a senso in effetti considerare la lunghezza reale ( Actual ) di questa tubazione, in quanto legata alla sua inclinazione (sloping).
  5. Tubazione Sterzo: (Head Tube) accoglie il cannotto forcella e la sua inclinazione modifica il comportamento della bici in quanto varia l’avancorsa (influenza anche dal racke). La sua lunghezza influenza l’altezza dell’avantreno ma attenzione che rispetto al passo le serie sterzo attuali sono quasi sempre inserite nella tubazione stessa, con una riduzione degli ingombri effettivi.
  6. Carro: (Rread-End) e/o Foderi Bassi (Chainstys), il primo indica l’insieme dei foderi bassi e alti, oppure il forcellone tipico di alcune costruzioni a fulcro singolo, ma al tempo stesso (come per i secondi) anche la distanza tra gli assi del movimento centrale e del mozzo posteriore. A pari dimensionamento dei foderi, un carro più corto  è più performante  in termini di rigidezza, ma più critico negli incroci catena e più in difficoltà sul ripido in salita, specialmente per le taglie più grandi.
  7. Altezza MOVIMENTO CENTRALE:
    (Bottom Bracket Height) distanza da terra dell’asse del movimento centrale. Se ridotta rende la mtb più guidabile ma a rischio d’urto di pedivelle, pedali e corone con eventuali ostacoli sul fondo. Ci sono telai che permettono d regolarla intervenendo sugli attacchi dell’ammortizzatore, oppure sostituendo i forcellini del carro, e la tendenza di questi anni è a favore di un certo abbassamento. Attenzione che invece alcuni prodotti non indicano questa misura ma quella del DROP (7b), che altro non è la distanza (positiva o negativa, attenzione) dell’asse del movimento centrale della retta che congiunge gli assi delle ruote. Retta che in una 26r si trova a circa 33 cm dal suolo ed in una 29r a circa 37 cm.
  8. STANDOVER: indica la distanza tra la parte superiore della tubazione orizzontale ed il terreno. Regola vorrebbe che venisse misurata a meta della tubazione stessa, cosa che non avviene però sempre e va verificata di volta in volta, se possibile.
  9. AVANZAMNETO FORCELLINI Forcella (Rake): indica la quota di avanzamento dell’asse del mozzo anteriore rispetto al prolungamento dell’asse del canotto forcella (ortogonalmente ad esso) ed influenza il valore di avancorsa finale.
  10. AVANCORSA (Trail): distanza tra l’incrocio della verticale passante per l’asse del mozzo anteriore sul terreno e l’incrocio del prolungamento dell’asse di sterzo (sempre con il terreno). E’ un valore determinante la risposta di guida del mezzo e va confrontato anche con la misura del PASSO (wheelbase, 11). Angoli più verticali dello sterzo e avanzamento forcellini (rake) più marcati ne riducono il valore e favoriscono la facilità e la prontezza di guida del mezzo a velocità ridotte (per questo motivo ci sono forcelle abbassabili in salita, che verticalizzano l’angolo sterzo) a discapito però della stabilità a quelle più alte e della capacità di assorbimento degli ostacoli da parte della forcella. Viceversa, angoli più orizzontali favoriscono la stabilità sul veloce, a discapito della prontezza ai comandi di guida.

SOSPENSIONI

SAG: misura l’affondamento dell’unità ammortizzante con il biker in sella ed è utilizzato per la primissima taratura. Generalmente è quotato in una percentuale variabile tra l’8 ed il 35% per l’ammortizzatore e tra 20 ed 25% (più di raro fino al 30%) per forcella, calcolati rispetto alla corsa effettiva.
HORST-LINK: schema di sospensione brevettato da Specialized (FSR) negli USA ed in uso nei sistemi con carro a parallelogramma articolato anche con un fulcro secondario posteriore situato davanti ai forcellini (solitamente ai foderi superiori) ed al di sotto della retta che congiunge gli assi del movimento centrale e del mozzo posteriore. Il suo utilizzo consente una costruzione potenzialmente capace di garantire il lavoro della sospensione svincolato dalla forza indotte dalla frenata e dalla pedalata.
DUAL-LINK: schema di sospensione avente il carro in un pezzo unico articolato su corti braccetti superiori ed inferiori. Di norma i superiori (spesso da bilancieri) attuano l’ammortizzatore.
VPP/DW-LINK/MAESTRO/ecc: ci sono ormai infinite variazioni sul sistema Dual -Link, ma l’obbiettivo di tutte è quello ottenere quanto sostanzialmente garantito dai disegni a parallelogramma dotati di Horst-Link, con in più una risposta in pedalata superiore ed una guida esaltata da una rigidezza strutturale generalmente più elevata.
FULCRO SINGOLO: ( Single Pivot) schema di sospensione nel quale tra il mozzo posteriore ed il fulcro dei forcellini bassi (oppure del forcellone) sul triangolo principalenon siamo presenti altri fulcri, nonostante l’eventuale utilizzo di
foderi superiori ( ovviamente non con i forcelloni ) e di altre articolazioni nel cinematismo ( braccetti o bilanceri , swing-link o rocket-arms).
PIATTAFORMA STABILE: di pedalata (Stable Platform) sistema di frenatura idraulica in compressione sviluppato con l’intento di frenare le sollecitazioni della sospensione indotte dalla pedalata.
SQUAT/BOB/BOBBING: affondamento della sospensione all’atto della spinta sui pedali che determina una certa oscillazione ritmica (bobbing), causa di una parziale dissipazione di energia in pedalata.
BRAKE-JAKE: inibizione del lavoro della sospensione posteriore agendo sul freno posteriore.
RATE:rapporto tra la corsa della ruota posteriore e la compressione dell’ammortizzatore in una sospensione posteriore, con un valore che i costruttori più raffinati fanno variare con continuità nell’arco dell’escursione, tarando cosi finalmente la risposta del sistema. Se la variazione è in diminuzione viene identificata come Galling Rate e se in aumento come Rising Tate.
VALVOLA INTERZIALE: (Brain/Teralogic) idrauliche di controllo delle unità ammortizzanti dotate di un sistema che chiude in modo totale la frenata in compressione in assenza di sollecitazioni che provengono direttamente dalle ruote, distinguendo pertanto tra quelle dovute agli urti e quelle indotte dalla pedalata. Offre un ciclo di apertura e chiusura dell’idraulica continuo ed automatico, nonché tarabile nella sensibilità di risposta.
COMPONENTI CRITICI
COPERETONI: (Tyres/Tires) nonostante tentativi più o meno isolati (il più lodevole e quello di WTB con GMS) non esiste purtroppo uno standard di misurazione universale che distingua la sezione della carcassa dall’ingombro in larghezza della tassellatura. In mancanza di ciò l’indicazione in pollici ( per esempio 2.35”) è riferita solamente al generico ingombro e può essere comune a gomma invece molto diverse nell’effettiva sezione della carcassa.
SERIE STERZO: (Headset) gli standard attuali sono sempre più diversificati e vanno per tanto verificati con cura in funzione dei seguenti riferimenti:
  • TRADIZIONALE: con calotte inserite per interferenza nel telaio. Diametro interno del tubo sterzo 33,95 mm (1-1/8”) o 49,6 mm (1,5”).
  • INTEGRATA: con cuscinetti che alloggiano su sedi ricavate nel tubo sterzo di diametri interno 41,2 mm (1-1/8”) o 52,1 mm (1,5”).
  • SEMI-INTEGRATA / ZERO-STACK: con i cuscinetti contenuti in calotte che spariscono ( trattenute da un basso spallamento esterno) all’interno del telaio, inserite per interferenza. Diametro interno tubo sterzo 44 mm (1-1/8”) o 55,95 mm (1,5”).
  • CONICA/TAPERED: 1,5” inferiormente e 1-1/8” superiormente (1-1/4” in alcune GIANT), anche di tipologia mista
PERNO PASSANTE: (Thru-Axle) perno fornito dal costruttore della forcella o del telaio. Ha un diametro maggiorato rispetto allo standard e pari a 15 o 20 mm all’anteriore, anziché 9 mm, e 12 mm al posteriore, anziché 10 mm. Richiede mozzi, forcelle e/o telai appositamente dedicati ( o convertibili)
MOZZO POSTERIRE: (Rrar Hub) 142, 150 o 165 mm: battuta maggiorata rispetto allo standard di 135mm. Attenzione che con le battute da 150 o 165 il carro potrebbe risultare asimetrico e necessita di un montaggio ruota che ne tenga conto, ma anche che il mozzo da 142 x 12 mm è proposto
con standard diversi tra di loro (Shimano, Syntace, ecc) nell’accoppiamento con i forcellini telaio.
FRENI A DISCO
SPURGO: freno idraulico (Bleeding), intervento di manutenzione periodicamente necessario in quanto l’olio idraulico assorbe nel tempo umidità la quale, per effetto del calore generato dalla frenata, può evaporare creando una certa spugnosità di risposta alal leva, se non arriva al cosiddetto “Vapor-Lock” che inibisce totalmente il funzionamento del freno.
FADING: riduzione
progressiva della capacità frenante a causa di surriscaldamento da utilizzi intensi e prolungati.
MESCOLA PASTIGLIE:
freno a disco (Disc Brake Pands Compound) determina sia dal legante che soprattutto dalla quantità di metallo presente in ogni tipologia.
  • SINTERIZZATA METALLICA: (Sintered / Metallic) la più performante a caldo e longeva, ma anche la più costosa, soggetta ad eventuali rumorosità ed aggressiva sia sul disco (non tutti compatibili) che nel riscaldamento dell’olio idraulico.
  • ORGANICA:(Organic / Resin) la più morbida e modulabile in frenata, anche se meno performante a caldo e nel bagnato. E’ preferita inoltre per silenziosità e costo inferiore.
  • SEMIMETALLICA: (Semimetallic) una via di mezzo tra le precedenti, pure nel prezzo.
  • MISTA:propone più mescole nella stessa pastiglia, poste in aree comunque adiacenti tra loro, alla ricerca del compromesso idelae.
INT’L STD: se riferito all’attacco della pinza freno identifica la sua tipologia di montaggio ed è riconoscibile per presenza ( sul telaio o sulla forcella ) di due fori non filettati e con assi perpendicolari al piano ruota (interasse 51 mm ). Se riferito al disco, o al mozzo, identifica invece il fissaggio del disco al mozzo stesso, realizzato mediante 6 viti.
POST MOUNT: riferito all’attacco della pinza e riconoscibile per la presenza ( sul telaio o sulla forcella ) di due fori filettati (
interasse 74 mm ) paralleli al piano ruota.
CENTERLOCK: indica il fissaggio del disco al mozzo mediante ghiera filettata.

CATEGORIE DI MTB IN FUNZIONE DELL’UTILIZZO

Cross country:

Le gare di cross country, spesso abbreviato in XC, sono competizioni ciclistiche effettuate in mountain bike su terreni misti in circuiti ripetuti più volte (generalmente tra 1 e i 5 giri). La gara è divisa in categorie: secondo l’UDACE (Unione degli Amatori Ciclismo Europeo) si percorre un minigiro della lunghezza che va da 8 a 10 km per i Primavera (i più giovani), un giro completo che va da 20 a 30 km per debuttanti e donne, e per tutti gli altri due o più giri.
È ammessa assistenza tecnica ai corridori (nelle gare agonistiche FCI). Solitamente si usano mountain bike front-suspended con sospensioni da 80-100 millimetri di escursione. Sono altrettanto ammesse, per gare già più orientate verso il marathon, biciclette full-suspended da 100-120 millimetri.
Le competizioni di cross country in genere non prevedono percorsi più lunghi di 25-30 chilometri, con salite generalmente brevi ma ripide e discese tecniche, e possono includere tratti asfaltati o comunque non su terreno sterrato.

Downhill:

Il downhill, abbreviato come DH, è una competizione della mountain bike. Si svolge a cronometro individuale, completamente in discesa, su tracciati di differente grado di difficoltà e lunghezza dai 2 ai 4 chilometri.
È inserito nel calendario UCI della coppa del mondo dal 1993 ed è abbinato come località e come date agli eventi di dual slalom e four-cross, e a volte anche di cross country. I mondiali si svolgono, dal 1990, tra la fine di agosto e la prima metà di settembre, ogni anno.
Tra i ciclisti più importanti e conosciuti in questa disciplina, vanno segnalati John Tomac, Nicolas Vouilloz, Juli Furtado, Missy Giove e Anne-Caroline Chausson. I più recenti campioni sono Sam Hill, Gee Atherton, Steve Peat e Greg Minnaar.
Il downhill è praticato solitamente con bici dal telaio molto robusto e con escursioni alla ruota posteriore che vanno dai 170 ai 200 e oltre millimetri. In questa
disciplina i rider indossano delle protezioni molto robuste e caschi integrali in stile motocrossistico, poiché nelle competizioni le velocità arrivano anche a superare gli 80 km/h. La bici da downhill moderna deve essere leggera e agile per permettere acellerazioni e frenate più rapide, a volte, si preferisce sacrificare la durata dei componenti privilegiandone il peso. Quindi, soprattutto sulle bici dei rider di coppa del mondo, non è raro trovare componenti e montaggi più all mountain che downhill veri e propri.

Freeride Slopestyle

Gli eventi di freeride e slopestyle si svolgono su appositi percorsi che esaltano il funambolismo dei freerider, atleti che puntano non solo alla velocità come i downhiller, ma anche allo stile. I percorsi sono caratterizzati da rampe che permettono i cosiddetti “big air”, ovvero salti enormi che permettono durante la fase aerea di compiere evoluzioni particolari (trick o figure). Il punteggio viene attribuito in base a criteri come la fluidità, lo stile e la difficoltà dei trick. Importanti eventi sono organizzati da Red Bull, Adidas e Nissan: la prima ha organizzato fino al 2004 la Red Bull Rampage, contest in cui gli atleti si sfidavano in drop (salti “a goccia”) da uno scoglio di roccia a Kolob in Utah; recentemente sempre Red Bull ha organizzato le Red Bull District Ride che hanno portato il freeride in città come Norimberga e Catania; Adidas organizza diversi eventi tra cui l’Adidas Slopestyle che negli ultimi anni si è tenuto a Saalbach.

All mountain-enduro

L’Enduro è una nuova specialità nel panorama della mountain bike.
L’Enduro non è una gara di cross country, né di discesa. La gara di Enduro si disputa su di un circuito segnalato con un numero variabile di Prove Speciali (PS, da 2 a 4) prevalentemente in discesa, caratterizzate da una percentuale di tratti pedalati in salita inferiori al 20% del loro sviluppo totale e con un percorso che privilegia la tecnica di guida in ogni condizione.
La classifica è ricavata dalla somma dei tempi di percorrenza del concorrente nelle singole PS sommati ai ritardi al Controllo Orario (CO).
I trasferimenti tra una PS e l’altra non sono cronometrati, tuttavia sono fissati tempi imposti: uno massimo di percorrenza per ogni giro e uno complessivo; ogni concorrente inoltre dovrà rispettare un orario definito per la partenza di ogni PS. Per evitare eventuali tagli lungo il percorso è previsto un controllo a sorpresa, a vista o con timbro apposto dall’addetto.
Esistono 2 tipologie di gare Superenduro SPRINT: hanno un dislivello medio di 1.000 metri e tempo
complessivo di percorrenza delle PS di circa 20 minuti.
PRO: hanno un dislivello medio di 1.500 metri e tempo complessivo di percorrenza delle PS di circa 30 minuti

Dirt Jump:

Il Dirt Jumping è paragonabile al Motocross Freestyle.
Abbiamo una stazione di partenza per la rincorsa (roll-in), una rampa di lancio solitamente in terra ma può essere anche in legno e ferro (kick) ed un atterraggio in terra (landing).
Un Dirt Contest è solitamente organizzato in questo modo: Jam, ovvero prove libere, Qualifiche e Finali
Può essere presente un solo salto per il Best Trick, oppure una serie di salti (linea ritmica), in ognuno dei quali verrà assegnato un punteggio per la classifica finale
I premi secondari in un Dirt Contest sono il Best Crash (caduta migliore) e Best Rider (Rider che ha girato di più nella giornata)
Per il Dj si usano bici ammortizzate solo davanti (front), con un unica marcia (singlespeed), freno solo posteriore e telaio molto basso (sloopato) per renderla più maneggevole.

One thought on “Capire il gergo delle MTB

  1. Patrizio221 ha detto:

    La misura risultante viene chiamata, in gergo tecnico, lunghezza del rapporto , poiche determinata l effettiva lunghezza dello spostamento della bicicletta consentita da quel determinato rapporto.

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